La Fotografia Chimica

PERCHE' FOTOGRAFIA CHIMICA

Agenzia Luce, sia nei suoi lavori di ripresa (reportages, servizi o altro) che nella sua attività di laboratorio fotografico (sviluppi e stampe), opera con i materiali e le tecniche di quella che viene definita fotografia analogica, ma che sarebbe meglio chiamare fotografia chimica. Non si tratta di un atteggiamento nostalgico o anacronistico, ma, al contrario, le nostre motivazioni sono generate da una visione sul futuro. 

 

LA SITUAZIONE ATTUALE

L'epoca presente sembra aver dimenticato, se non addirittura cancellato, una visione della fotografia che tanto ha dato a generazioni di fotografi e di semplici amatori dell'immagine fotografica e che, in termini di cultura e tecnica, ha dato esiti di altissimo livello. Mentre oggi c'è quella che viene chiamata fotografia digitale, che non utilizza materiali fotosensibili da trattare chimicamente e che, quindi, rappresenta apparentemente un modo più semplice di fare fotografia. Ed effettivamente la fotografia digitale ha semplificato molte cose, ma, contemporaneamente, ne ha complicate altre e senza che questo secondo aspetto sia stato recepito dai più. Siamo immersi in un mare di informazioni approssimative o scentemente manipolate dai grandi colossi dell'industria fotografica, che hanno interesse a vendere i loro ultimi prodotti su cui hanno investito enormi capitali. Per ignoranza, quindi, o addirittura per semplice propaganda commerciale si è diffusa l'idea che non esista altro che la fotografia digitale e che, sotto ogni punto di vista, questa sia superiore alla fotografia chimica. Su questo noi non solo non concordiamo, ma affermiamo che la fotografia chimica ha ancora molto da dire o, meglio, da mostrare.
Questo, sia ben chiaro, non è un anatema contro la fotografia digitale, che noi non soltanto usiamo per quegli scopi in cui è veramente più efficace della fotografia chimica, ma che consideriamo uno strumento moderno e utile.

 

LA FOTOGRAFIA CHIMICA

La fotografia chimica è eseguita manualmente. Sono cioè le mani dell'uomo e non un programma elettronico a realizzare, per esempio, una stampa fotografica.
E' vero che il programma elettronico è più o meno sottomesso all ascelta di chi ha le mani sulla tastiera del computer, ma quelle mani non realizzano materialmente l'immagine fotografica, non la "plasmano": le dita premono i tasti, ma è il programma elettronico che realizza l'immagine. Il computer offre un surplus di abilità che si sostituisce a quella dell'uomo al punto di arrivare anche ad atrofizzarne le capacità realizzative e a isterilirne quelle espressive: il programma elettronico offre degli strumenti così forti che non possono non condizionare chi opera. Nella fotografia chimica, invece, l'operatore deve acquisire una vasta competenza e un profondo controllo delle operazioni da svolgere, che risultano, di conseguenza, maggiormente controllate. E' vero che l'accquisizione delle competenze necessarie richiede un tempo notevolmente maggiore, ma questo rende il fotografo più cosciente di ciò che fa. Questo, come accade sempre nei fenomeni di massificazione, ha portato a una generalizzata minor esigenza di qualità riguardo al prodotto fotografico. Non stiamo dicendo di buttare il computer e le fotocamere digitali, ma solo di non credere a chi dice che la fotografia chimica sia morta o che sia inferiore a quella digitale. C'è tanta fotografia che trova nel computer il suo strumento ideale, ma ce n’è anche di quella che può esistere soltanto grazie alle emulsioni fotosensibili delle pellicole e delle carte da stampa.
Esiste infatti un’estetica fotografica che si realizza solo con le tecniche e i materiali propri della fotografia chimica. Questa ha degli esiti diversi da quelli della fotografia digitale.
Le immagini realizzate con la fotografia chimica, soprattutto nel bianco e nero, ma anche nel colore, hanno una plasticità inarrivabile con la fotografia digitale e questo è dovuto alla differenza fisica nella struttura dei materiali. Ecco ancora un paio di aspetti su cui riflettere. La fotografia digitale non è, come si crede, così poco costosa rispetto a quella chimica, a meno che non ci si accontenti di scarsa qualità, perché per fare buone cose bisogna spendere molto in attrezzature che, tra l'altro, hanno una vita relativamente breve. Si consideri, infine, che oggi noi abbiamo fotografie stampate un secolo e mezzo fa e che siamo in grado di stampare negativi altrettanto vecchi, ma quanto dureranno le fotografie digitali? Sugli inchiostri da stampa non si può dire niente semplicemente perché sono recenti e non hanno subito la prova del tempo, mentre si sa che è difficile conservare i files in quanto possono andare persi o può diventare illeggibile il supporto su cui sono stati memorizzati.

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